Il Fallimento

Se dicessi che la situazione era rosea, direi una “cavolata”; la Rimini Calcio era una SPA in situazione debitoria extracontabile molto grave. Ma nessuno tranne me e qualche fidato, sapevano quale fosse l’attivo e il passivo complessivo.

C’erano contratti e accordi in nero, trattative per calciatori validi, garanzie personali e una sostanziale credibilità nel CdA da parte delle banche, che continuavano a darci fidejussioni.

L’11 marzo 1993 (meno di due mesi dopo l’incidente …) il Tribunale apre d’ufficio la procedura fallimentare e, in 10 giorni pronuncia il fallimento; non sono esperto di cose di tribunali, ma penso che sia stata la procedura più veloce della terra …

Il curatore fallimentare che doveva vendere l’attivo era Mario Ferri !!!
Si proprio lui, l’assessore che Chicchi, nel suo libro dice: ” […] Furono perciò presi contatti informali con il tribunale e apparve come unica strada percorribile quella del fallimento gestito dal tribunale, con conseguente gara per l’aggiudicazione del titolo sportivo della C2 […]”; alla faccia dei colloqui informali:

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